Uno degli episodi più famosi dell’Odissea di Omero ha a che fare con il naming, ci avevi mai pensato?
Mi riferisco all’incontro tra Odisseo e Polifemo, del quale probabilmente tutti si ricordano a grandi linee dai tempi della scuola: ma colgo comunque l’occasione per raccontarlo in questo post sulla mia pagina Facebook.
La questione del “dare il nome” è un tema fondamentale, per la narrazione di una storia ma anche per quella che, in modo superficiale, potrebbe essere considerata “solo” come la comunicazione di un’azienda: se da un punto di vista meramente pratico “Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo” (Shakespeare, “Romeo e Giulietta”), nel parlare di naming mi piace ricordare che un nome può cambiare la percezione che abbiamo delle cose del mondo. E questo appunto è importante anche per un prodotto o un servizio.
In azienda, dove le scelte non sono solo passionali ma legate all’obiettivo di vendere e far funzionare l’attività, il naming, ovvero il processo di attribuzione dei nomi (dell’azienda stessa o del prodotto), è una questione della massima importanza, perché il nome è la prima presentazione di ciò che facciamo e in sé “contiene” già delle informazioni fondamentali.
Perciò come si sceglie un nome per un’azienda, un prodotto o un servizio?
Da copywriter posso dire che le scelte di naming partono sempre dalla raccolta e analisi delle informazioni disponibili sul prodotto o servizio e in generale sull’azienda. Mi piacerebbe poter aggiungere che, ogni volta, ci sia la possibilità di fare tutto ciò che servirebbe, ovvero ricerche di mercato, test A/B, verifiche approfondite sulla preesistenza del nome, e tanto altro… invece lavorando con piccole e medie imprese spesso succede tutt’altro.
Le piccole realtà, infatti, di solito mi chiedono di trovare un nome che rispetti alcuni criteri (con un budget minimale) e il più delle volte non c’è modo di fare le necessarie verifiche approfondite, ma ci si accontenta di un controllo più superficiale (uno sguardo alle Serp, ovvero ai risultati restituiti dai motori di ricerca come Google facendo ricerche su un nome o un prodotto, oggi è il minimo indispensabile e, per fortuna, è gratuito).
Ma perché è così importante, invece, avere una testa abituata a ragionare sul naming (come quella di un copywriter) anziché affidarsi all’istinto e al gusto personale?
Penso che la migliore risposta sia questa: perché il passo falso è dietro l’angolo, come dimostra questa gallery di errori di naming famosi.
Se ti interessa approfondire il discorso sul naming puoi contattarmi per parlarne più nel dettaglio.
Altrimenti ti invito a lasciare un “mi piace” alla mia pagina Simona Cremonini copywriter ed editor per seguirmi anche nei prossimi articoli e saperne di più su come comunicarono tutti… felici e contenti!