Se hai un’azienda forse (ma sono abbastanza sicura che non sia solo un forse!) ti sarà capitato di “spiare” cosa fanno i tuoi concorrenti e, magari, anche di guardare come hanno impostato la loro comunicazione.
Ci sarà, fra loro, chi è messo peggio di te e in qualche modo questa scoperta può anche averti provocato una certa soddisfazione… ed è giusto, siamo esseri umani!
Ma sono altrettanto certa che, anche nel tuo settore, ci sia qualcuno che è molto bravo a comunicarsi e a comunicare, che sa proporsi meglio di quanto non faccia tu (e magari anche senza avere un prodotto o un servizio migliore del tuo) e che, da questo punto di vista, ti suscita un po’ di invidia.
Ho ragione, dài, ammettilo… e non fare come la volpe con l’uva.
Conosci questa favola, a proposito?
È molto famosa perché l’espressione “fare come la volpe con l’uva” è entrata nel gergo comune ma, paradossalmente, la storia in sé non è nota a tutti.
Te la racconto:
C’era una volta una volpe che viveva nel bosco e ogni giorno andava alla ricerca di qualcosa di buono da mangiare.
Un autunno, mentre la natura si preparava all’inverno, la volpe si ritrovò in difficoltà, perché non incontrò nessun animaletto da cacciare e in giro fra gli alberi non trovò nessun frutto o nessuna bacca per togliersi il languorino che sentiva. Così si spinse più in giro del solito oltre il limitare del bosco e, a un certo punto, mise piede in una bella vigna. Qui, guardandosi attorno, vide che c’erano dei filari e, attaccati sopra, in alto, ad attirare la sua attenzione furono dei succulenti grappoli che pendevano.
La volpe si leccò i baffi e, poiché non sapeva come raccoglierli, fece un grande balzo per raggiungerli. Ma non era stato sufficiente, non c’era arrivata nemmeno vicina; così si mise a saltare cercando di azzannare almeno qualche acino con la bocca. Tuttavia non ci riuscì: ma la fame era diventata più forte e ci riprovò invano.
Più saltava e più l’appetito aumentava, ma non riusciva a mettere niente sotto i denti.
La sera la volpe era ormai esausta e i grappoli erano ancora lassù ad ammiccare gustosi: già arrabbiata per la situazione, la volpe venne presa in giro anche da una cornacchia che era posata su un ramo e la scherniva con il suo cra-cra-cra.
Così la volpe esclamò: “Non importa, tanto quell’uva è ancora acerba e non mi piace neppure tanto”.
Poi se ne tornò nel bosco, con la pancia vuota e tanta rabbia.
La morale della storia è che non bisogna disprezzare ciò che non si è in grado di fare o che non si può ottenere, solo perché non è nelle nostre corde o perché richiede degli sforzi che al momento non vogliamo o non possiamo fare.
Allo stesso modo, nell’ambito della comunicazione non è detto che quello che non sei in grado di fare tu (o il tuo ufficio marketing e/o comunicazione) non possa essere fatto bene… potrebbe essere per esempio prodotto esternamente alla tua azienda.
L’outsourcing della tua comunicazione può essere una risorsa molto importante, perché ti permetterà di usare l’esperienza di qualcun altro (spesso sviluppata in anni di lavoro e formazione) anche per una singola iniziativa di comunicazione o solo per una parte del lavoro.
Buone foto, immagini efficaci, testi corretti e adatti per raggiungere i tuoi obiettivi, video di qualità, un’impaginazione e un montaggio ad hoc: da sempre, ma soprattutto in un’epoca come questa in cui i social network possono accelerare in modo imprevisto il passaparola, tutti i contenuti e gli elementi della comunicazione devono essere perfetti e inattaccabili e proprio l’outsourcing è l’opportunità che puoi sfruttare quando ne hai bisogno, anche creando dei piccoli “team” a seconda di ciò che devi fare.
Come copywriter freelance mi è capitato spesso, in questi anni, di collaborare anche per quelli che, visti in modo superficiale, possono sembrare dettagli insignificanti e che, invece, se curati nel modo giusto possono rendere perfetta la comunicazione di un’azienda: mi riferisco per esempio a tutti quei casi in cui un testo deve essere riassunto per un supporto diverso da quello originale (per esempio il testo di una brochure da sintetizzare) o a quelle occasioni in cui non si dà importanza a un post su Facebook, che però potrebbe rivelarsi un boomerang se non progettato accuratamente.
Per queste ragioni, non farti remore di contattarmi, come indicato a questa pagina, per una semplice chiacchierata ancora prima che per una consulenza: a volte sono proprio le piccole cose a essere date per scontate nella comunicazione d’impresa!
Spero che questo articolo ti sia stato utile per riflettere. Ti ricordo di seguire la mia pagina Facebook per non perdere gli aggiornamenti futuri, perseguendo un obiettivo ben preciso e prezioso: di poter un giorno dire “e comunicarono tutti… felici e contenti!”